Teatro Petrella I Musei

Da sempre la storia di Longiano si è accompagnata ad una intensa e viva esperienza  culturale che annovera illustri testimoni come: l’ umanista Sebastiano Fausto (1500? - 1565), il musicista Giulio Belli (1530 - 1615), l’Arcivescovo di Avignone Mons. Francesco M. Manzi (1694 - 1774), il latinista Girolamo Ferri (1713 - 1786), il letterato Adamo Brigidi (1810 - 1886) ed altri fino al poeta Tito Balestra (1923 - 1976) al quale si deve una splendida collezione di arti figurativa contemporanea che annovera, tra le sue 2185 opere, dipinti e grafiche dei maggiori artisti italiani del Novecento, da Bartolini a Campigli, da Maccari a Morandi, Mafai, Rosai, Sironi ed altri e una sezione di grafiche importanti di alcuni autori stranieri quali: Goya, Chagall, Matisse, Rouault, Lèger e Kokoschka.
La Collezione è conservata e resa fruibile al pubblico nelle sale del Castello Malatestiano, a cura della Fondazione “Tito Balestra” che oltre alla gestione museale, promuove iniziative, m
ostre e convegni sull’arte e la letteratura divenendo polo di interesse culturale nazionale. 
Altra ricca raccolta è l’antico fondo librario della Biblioteca Storica Comunale che, parzialmente danneggiata durante il secondo conflitto mondiale, conserva preziosi incunaboli e rar
e collezioni di diritto canonico. La Biblioteca è al momento in fase di riordino in previsione di una prossima apertura.
Nel settore dello spettacolo teatrale, il restauro del Teatro E. Petrella, edificato nel 1870 e riaperto nel 1986, costituisce un' originale ed attiva esperienza che ha portato e porta a Longiano i migliori interpreti della prosa, della danza, della musica e della canzone d'autore per prove e debutti nazionali. Oggi questa esperienza si è estesa, oltre le mura del teatro, all' interno del paese, nelle suggestive piazzette del centro storico, nella capiente arena estiva e nelle sale recentemente recuperate del Centro Polivalente San Girolamo.

Le vicende storiche longianesi hanno lasciato una profonda impronta nel tessuto urbano del paese e del suo territorio. Diversi sono i palazzi storici, le chiese, le piazze contenute dentro e fuori la doppia cinta muraria all’interno della quale si accede attraverso tre porte medioevali.
Il castello che domina il paese (oggi sede della Fondazione Tito Balestra) ha con il recente restauro ritrovato l’eleganza rinascimentale con il recupero delle logge dalle quali lo sguardo giunge fino al mare Adriatico. All’interno della suggestiva corte del castello si erge imponente la torre civica e antistante ed essa la candida sagoma di una vasca veneziana, testimone del breve dominio della Repubblica dei Dogi; oltre il cancello si apre la piazza Malatestiana dalla quale partono i vicoli e le scalette che conducono tra le case del borgo antico.
Poco più avanti, in via Giannini, è ospitato il Museo del territorio che raccoglie nel suo interno come nel cortile, migliaia di reperti tramandatici dalle tradizioni, dai mestieri e dai costumi a partire da un passato ormai remoto fino ad oggi e vi si conserva una raccolta di fotografie sui mestieri “di una volta” e sui castelli malatestiani.
La magnifica chiesa di Santa Maria delle Lacrime, risalente al XVIII secolo, sarà a breve termine sede integrativa del Museo Italiano della Ghisa  già esistente a pochi chilometri di distanza, sulla via Emilia presso la sede della ditta Neri.
Il colle su cui sorge il castello è attraversato dal rifugio bellico sotterraneo, costruito nella primavera del 1944, all'approssimarsi del fronte.
Scendendo verso il Borgo Fausto, subito fuori porta, incontriamo l’elegante Oratorio Barocco di San Giuseppe costruito agli inizi del XVIII secolo: al suo interno, tra gli splendidi stucchi di Antonio Trentanove e le pale d’altare di A. Zanchi, ha trovato sede il Museo di Arte Sacra. Voluto dall’amministrazione comunale e dalla diocesi di Cesena - Sarsina, custodisce paramenti sacri, opere d’arte, argenti e rari documenti raccolti nell’area comunale che illustrano il culto religioso dei longianesi nei secoli.
Proseguendo ci si trova davanti alla Collegiata di San Cristoforo che, costruita nel luogo di un’antica pieve, è arricchita al suo interno con preziose opere del Centino, di Andrea Lillo, di Benedetto Coda e Gian Gioseffo dal Sole.
Nella piazza principale, delimitata dal Palazzo dei Dottori, ora sede del Municipio, e dagli antistanti giardini pubblici si affaccia il maestoso Santuario del SS. Crocifisso e l’attiguo convento dei Frati Minori Conventuali custodi della preziosa Croce dipinta su tela e applicata su legno del XIII secolo (scuola Pisano-Giuntesca) ed una crocifissione opera di Scipione Sacco, allievo di Raffaello e nativo della zona. Il Santuario è ancora oggi meta di pellegrinaggi alla Santa Croce e durante le festività natalizie al tradizionale presepe meccanico.
Sulla medesima piazza sorgono il restaurato Teatro Petrella e ciò che rimane dell’ antico Convento girolamino.

Le origini di Longiano sono lontane, da far risalire alla discesa in Italia dei Longobardi. Nel 1059 un’ antica pergamena attesta la presenza di un’ importante roccaforte a difesa della popolazione dalle incursioni barbariche, ma solo più tardi attraverso patti di alleanza con i Riminesi, il castello di Longiano assurgerà ai suoi splendori diventando nobile residenza dei Malatesta e baluardo difensivo dei territori riminesi. Quando Dante Alighieri, nel XIV° Canto del Purgatorio (vv. 103 - 110) cita il nobile longianese Federico il Tignoso, il Castello di Longiano era la principale roccaforte a guardia dei confini occidentetali del Comuni di Rimini prima, e della Signoria dei Malatesta del 1295, contro le ambizioni egemoniche di Cesena. Il 14 settembre 1429 nelle stanze del castello longianese morì l’ illustre Carlo Malatesta, Signore di Rimini, abile mediatore nel concilio di Costanza del 1417, tra Papa Gregorio XII° e l’ Antipapa Giovanni XXIII°. Nel 1463, caduto in disgrazia, Sigismondo Malatesta perde assieme a gran parte dei suoi castelli anche anche Longiano. Nel 1503 le truppe di Cesare Borgia mettono al sacco l’ intero borgo e bruciano l’ antico archivio comunale perchè la comunità longianese rifiuta fedeltà al nuovo Signore della Romagna. Dal 1519 al 1581 fu dominio della famiglia Rangone di Modena. Nel 1777 il paese viene separato dalla Diocesi di Rimini ed aggregato a quella di Cesena. Nel 1790  subisce la sorte della Romagna tutta, cadendo sotto la sovranità di Napoleone Buonaparte fino al 1814. Anche Longiano attraversa le vicende belliche legate ai moti risorgimentali: un cippo ricorda lo storico passaggio di Garibaldi che,  in fuga da Roma,  fu aiutato da alcuni Longianesi a raggiungere il mare di Cesenatico. Durante l’ultimo conflitto mondiale Longiano fu caposaldo della Linea gotica e subì violentissimi bombardamenti che produssero gravi danni. A testimonianza di quei tragici eventi, rimane ancora oggi, aperto al pubblico, il rifugio bellico che attraversa con i suoi cunicoli l’ intera collina che sorregge il castello.